Henry Thode, l’Italia, le Kunstnovellen

Lo storico dell’arte Henry Thode (Dresda 1857- Copenhagen 1920) fu dominato dalla passione per l’Italia, sentimento inscindibile dal contesto amatissimo di molti anni della sua vita, il lago di Garda. Qui creò l’officina della maturità, la villa divenuta poi il Vittoriale degli Italiani di Gabriele D’Annunzio, che conserva molte memorie dello studioso tedesco. Il libro tenta di riportare alla luce sia le tracce della presenza di Thode al Vittoriale, sia le sue Kunstnovellen, le novelle sull’arte italiana, che vengono tradotte e commentate criticamente. Il titolo di questo libro e di questo sito, Somnii explanatio, è ispirato a una di esse: la descrizione di una villa rinascimentale e del sogno umanistico e antiquario del suo proprietario.

I saggi di Thode appartengono a una tradizione di scienza romantica, il cui padre nobile era stato Goethe, dove la scrittura scientifica e in particolare storico-artistica intreccia l’indagine documentaria e filologica con una narrazione romanzata delle vicende e del loro scenario culturale. Entriamo quindi con Henry Thode in una “Terra di mezzo”, dove il Neoromanticismo e il Positivismo camminano -per un breve tratto e non senza schermaglie-, sullo stesso sentiero.

 Cenni biografici

A Vienna, nel 1880, Thode discute con Moriz Thausing la propria tesi di laurea, dedicata alla ricezione degli antichi nelle incisioni di Marcantonio Raimondi, Agostino Veneziano e Marco Dente, tema che appartiene a un ambito di studi poco frequentato.

In seguito, dalla tesi per l’esame di abilitazione all’insegnamento universitario, nascerà una delle sue più note pubblicazioni, il libro Franz von Assisi und die Anfänge der Kunst der Renaissance in Italien, edito nel 1885 (Francesco d’Assisi e le origini dell’arte del     Rinascimento in Italia). Le tesi di Thode in questo libro sono di sorprendente acutezza e precocità, e contengono in molti casi la soluzione critica ai problemi attributivi degli affreschi di Assisi.

Nel 1886 sposa Daniela Senta von Bülow figlia di primo letto di Cosima Liszt, e dal 1870 moglie di Richard Wagner. All’intima relazione con la famiglia Wagner vengono attribuiti i toni misticheggianti che lo storico dell’arte assume nell’interpretazione dei fatti artistici e l’allontanamento dal metodo positivista che si stava affermando.

Lo stesso anno diviene assistente di Carl Justi all’università di Bonn: la sua prolusione d’inizio corso riguarda Andrea Mantegna, pittore a cui dedicò una pionieristica monografia.Nel 1889 Thode accetta l’incarico di direttore dello Städelsches Kunstinstitut di Francoforte. E’ intervenuto in suo aiuto Wilhelm Bode.

È in questo periodo che Thode conosce il pittore Hans Thoma. La visita al suo atelier a Francoforte lo emoziona profondamente ed è l’inizio di una lunga amicizia. Secondo lo storico dell’arte Joseph August Beringer, «la trinità formata da Assisi, Bayreuth e Thoma costituì nella vita di Thode un’unità artistico-culturale di enorme potenza e vivace slancio spirituale».

Parallelamente agli studi sulla storia dell’arte italiana, e non senza confronti dialettici, Thode porta avanti quelli sull’arte tedesca. Egli si propone ‒ anche in reazione al dilagare della rivoluzione figurativa proveniente dalla Francia ‒ di delineare i caratteri identificativi dell’arte germanica. Oltre alle pubblicazioni su Thoma e a quelle assai controverse su Albrecht Dürer e Arnold Böcklin, è da segnalare, per il rigore e l’importanza dei risultati, il volume sulla scuola di Norimberga tra XIV e XV secolo.

Nel 1892 le intense ricerche e il frenetico ritmo lavorativo spingono Thode a concedersi un soggiorno di riposo sul lago di Garda. Il clima mite e il paesaggio affascinano lo storico dell’arte, che decide di prendere in affitto – e in seguito di comprare- una casa di campagna sopra Gardone, villa Cargnacco, per farne il suo domicilio principale.

Thode è chiamato nel 1893 all’università di Heidelberg per il conferimento di una cattedra straordinaria di storia dell’arte. Egli accetta, inoltre, di dirigere con Hugo von Tschudi la più importante rivista tedesca d’informazione storico-artistica, il «Repertorium für Kunstwissenschaft». Thode collabora da tempo con questa rivista. Nel 1888 vi ha pubblicato, per esempio, il saggio in cui attribuisce a Bufflamacco gli affreschi del Camposanto di Pisa, che dovrà attendere Luciano Bellosi per essere considerato nel suo giusto valore. La collaborazione con la rivista durerà fino al 1911.In questi anni e in quelli a venire Thode pubblica una serie di studi pionieristici, che, come spesso accadrà ai suoi scritti, verranno dimenticati o quantomeno poco considerati a causa del discredito che cadrà sullo studioso per le sue derive reazionarie e nazionaliste, assimilabili alle origini culturali del nazismo: ricostruisce il percorso dell’allora misconosciuto Lelio Orsi e gli restituisce un ciclo di affreschi conservato in una collezione di Wiesbaden; 1896, grazie allo studio dei documenti dell’archivio Gonzaga di Mantova e in particolare della corrispondenza epistolare di Isabella d’Este, Thode ricostruisce la storia personale e di committente della marchesa; nel 1897, quasi come naturale conseguenza ed evoluzione della ricerca su Isabella d’Este, Thode pubblica una monografia su Mantegna; il traguardo maggiore di questo periodo di studi, e uno dei risultati più importanti della carriera di Thode, è rappresentato dalla monografia su Tintoretto del 1901, che illumina il cono d’ombra entro cui il pittore è stato relegato da Giorgio Vasari. Nel 1902 e nel 1903, infine, escono inoltre i primi due volumi della monografia su Michelangelo.

Quando sceglie di rinunciare alla cattedra all’università di Heidelberg, all‘inizio del 1911, Thode è all’apice della carriera e una giovane donna è entrata a far parte della sua vita, la violinista danese Hertha Tegner. La relazione con la moglie è ormai irrimediabilmente compromessa.Ciò nonostante la nuova casa viene ristrutturata e arredata con grande cura da Daniela, che fa portare a Cargnacco anche il pianoforte ereditato dal nonno Franz Liszt.La situazione si risolve nel 1914 con il divorzio, scelta dolorosa ma ormai inevitabile, che segna anche la definitiva frattura di Thode con il clan Wagner. Di lì a poco viene celebrato il matrimonio con Hertha Tegner e i due si trasferiscono a Cargnacco. La loro vita sul lago di Garda ha però durata molto breve. In seguito agli eventi che portarono all’entrata in guerra dell’Italia, i coniugi divengono «persone non gradite» e sono costretti a lasciare la casa di Gardone e l’Italia. Nel 1918 la villa viene sottoposta a sequestro insieme ai beni dello storico dell’arte. Henry Thode muore due anni dopo a Copenaghen. Villa Cargnacco è acquistata da Gabriele D’Annunzio che la trasforma nel Vittoriale degli Italiani.

 Thode e il Vittoriale

Thode, che ha creduto di trovare sul lago di Garda la realizzazione del suo sogno di vita, ha fatto scolpire sull’arco d’ingresso del giardino di Car- gnacco l’iscrizione «Somnii Explanatio». La frase, attributo del profeta Daniele, interprete dei sogni di Nabucodonosor, è stata da lui scelta come titolo del libro dedicato al lago di Garda, la storia rinascimentale della villa di Agostino Brenzone a San Vigilio.

il Vittoriale conserva una collezione unica di libri, fotografie, opere d’arte e cimeli musicali appartenuta a Henry Thode e alla moglie. Questo patrimonio di parole e di immagini probabilmente orienta in modo determinante la preferenza di D’Annunzio per Cargnacco al momento della scelta della sua dimora sul Garda, nel 1921, quando ormai è conclusa per sempre la carriera militare.

La biblioteca è il tesoro custodito dalla casa. Lo storico dell’arte Giuseppe Fiocco, incaricato della valutazione dei beni di Thode, la definisce testualmente una delle biblioteche di storia dell’arte più complete che si possano desiderare, con opere oggi difficilmente reperibili, serie intere di riviste pregiatissime, opuscoli, fotografie ecc.

Al Vittoriale i feticci di Henry Thode e quelli di Gabriele D’Annunzio si fondono in un organismo polimorfo e coerente. Coerente non solo con lo spirito del tempo che i due singolari personaggi condivisero, ma anche per certe loro affinità carsiche, certe comunanze di modi e d’interessi che già all’epoca furono notate.

Silvia Urbini, Somnii explanatio. Novelle sull’arte italiana di Henry Thode, Roma, Viella 2014
Collana: La storia. Temi, 35
pp. 272, ill. b/n, 15×21 cm, bross.
http://www.viella.it/libro/842

 

Presentazione del libro alla Biblioteca Marciana:

Recensioni:

Somnii Explanatio. Novelle sull’arte italiana di Henry Thode

Somnii Explanatio. Novelle sull’arte italiana di Henry Thodehttp://www.laricerca.loescher.it/index.php/attualita/letteratura/834-sarchi-somnii-explanatio-novelle-sullarte-italiana-di-henry-thodeUna recensione di “Somnii Explanatio. Novelle sull’arte italiana di Henry Thode”, di Silvia Urbini, Viella editore, 2014

Thode e l'arte come racconto - la Repubblica.it

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Il Giornale dell'Arte - Kunstnovelle Di Thode

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