Angela Strassheim, Pause.
http://www.marvelligallery.com/PauseCataloguePR.html
Questo mio progetto è stato presentato nell’ambito del seminario I passaggi foto-tematici. Accordi e ricezioni tra espressioni artistiche dalla differente materialità, Associazione Piccolo Formato, Bologna 2009 Lo storico della cultura Aby Warburg (Amburgo 1866-1929) ci ha lasciato in eredità due importanti progetti legati alla fotografia, dove propone metodi e solleva suggestioni ancora attuali: l’Atlante della Memoria e il reportage di un viaggio in Arizona presso gli indiani Pueblo. L’Atlante della Memoria, o Mnemosyne, è un insieme di circa 60 grandi tavole di cotone nero sulle quali Warburg disponeva documenti visivi dalle origine disparate: immagini antiche e contemporanee, fotografie, ritagli di giornale, pubblicità ecc. Warburg intendeva visualizzare la trasmigrazione delle immagini del Pathos dall’antichità al mondo moderno, cioè descrivere la migrazione delle forme espressive attraverso la storia delle rappresentazioni. Dalla fine dell’800, la fotografia modifica la didattica scientifica e, nel nostro specifico, storico-artistica. L’utilizzo di album fotografici comparativi, simili all’Atlante della Memoria, era molto diffuso, soprattutto in medicina e geografia: Charles Darwin, studiato da Warburg, li allegava alle sue pubblicazioni. Nel 1927 Roberto Longhi pubblica la monografia su Piero della Francesca corredata da 184 fotografie Alinari, Brogi, Anderson. Contemporaneamente Aby Warburg concepisce e monta le tavole dell’Atlante della Memoria. Sono gli esempi fondanti dell’impiego critico dell’immagine fotografica applicata alla storia dell’arte, nelle sue due accezioni fondamentali, attribuzionistica e iconografica. L’Atlante di Warburg è una storia dell’arte senza testo. Per questo il montaggio delle immagini e le associazioni mentali di Warburg sono al contempo scientifiche e misteriose, sono un tentativo di organizzazione del caos, e quindi un esorcismo. La memoria dei modelli classici/fantastici e apollinei/dionisiaci ricostruita da Warburg è un filo rosso che giunge fino alla contemporaneità, e che ritroviamo in situazioni culturali spiazzanti ed eteroclite, in modo circolare e al contempo magico. Così anche il suo reportage fotografico del viaggio del 1895 presso gli indiani Pueblo in Arizona, partendo dalle tecniche della fotografia etnografica del tempo, va oltre, e rivela un’esperienza di frontiera: in termini disciplinari, personali, geografici. Dove le fotografie “sono delle potenze intermedie tra la coscienza e la realtà”. Questo percorso vuole evocare il sistema di connessione ideato e sperimentato dallo storico delle immagini Aby Warburg. Attraverso l’analisi dei dispositivi di collegamento individuati da Warburg, comprendiamo come da un’immagine se ne generi un’altra, rendendo possibile un percorso nel tempo che abbraccia disparati luoghi di origine e di produzione delle opere, e scopriamo come la memoria di un modello riemerga nel contemporaneo. In questo percorso affianco le fotografie scelte da Warburg a celebri reportage fotografici del nostro tempo. Si tratta in ogni caso di modelli di lettura ed esplorazione del reale che permettono di scandagliare il senso di rimandi e di ricezioni tra diverse esperienze fotografiche, andando a decifrare l’analogia compositiva come spia di altri scambi a livello semantico. Le opere, da testimonianze particolari della volontà del singolo artista, diventano fatti espressivi autonomi e svincolati dal loro autore. Bibliografia di riferimento per questo progetto: Aby Warburg, Il rituale del serpente : una relazione di viaggio, con una postfazione di Ulrich Raulff, Milano, Adelphi 1998 B. Cestelli Guidi, N. Mann, Photographs at the frontier: Aby Warburg in America, 1895-1896, London 1998 B. Cestelli Guidi, Il viaggio di Aby Warburg in America in presa diretta: una lettura attraverso le sue fotografie, in Aby Warburg e le metamorfosi degli antichi dei, a c. di M. Bertozzi, Franco Cosimo Panini, Ferrara 2002, pp. 239-251 Bibliografia di riferimento su Aby Warburg: http://www.engramma.it/engramma_v4/warburg/fittizia1/34/bibliografia_34.html